Con l’inizio dell’autunno arriva, puntuale, il desiderio di riprendere in mano i ferri e dedicarmi a qualche progetto, soprattutto da quando ho imparato ad usare i ferri circolari ed il metodo continentale.
Una volta “lavorare a maglia” era considerata una prerogativa delle nonne, ma ora questa attività è stata fortemente rivalutata: gli psicologi ne parlano come di una vera e propria terapia rilassante, chi la pratica si limita a creare per sé, per gli altri o per il solo piacere di farlo.
Va detto che le cose sono cambiate parecchio nel corso del tempo: le istruzioni sono state sostituite dai tutorial di You Tube, dove trovi di tutto, ma veramente di tutto!
Nelle edicole si compravano i giornali con gli schemi per avere tutto comodo da consultare, mentre ora usiamo spesso il tablet o il telefono, dove salviamo schemi e pattern come se non ci fosse un domani, illudendoci che, prima o poi, troveremo anche il tempo per realizzare tutto ciò che ci passa per la testa…
Siamo diventate tutte molto tecnologiche: termini come magic loop, top down, bottom up, toe up non hanno più segreti e ci fanno sentire quasi “madrelingua” in una tecnica antichissima… per non parlare dei Knit Cafè, dei punti e lavorazioni che ci si scambia come merce preziosa.
Ciò non toglie che, tra un diritto ed un rovescio, un accavallato ed un gettato, un ferro pari ed uno dispari, aumentando e diminuendo qua e là, si continua a seguire il filo della creatività ed un capo realizzato a mano per qualcuno rimane sempre, a mio parere, un gesto d’amore!
Nel mio caso, in particolare, “Fatto a mano” è sinonimo di “Fatto con il cuore” ed il destinatario ha quattro zampe, un musetto simpatico e due occhi dolcissimi!
Il pattern è di mia ispirazione, la lavorazione alterna maglia rasata e coste (per garantire una buona vestibilità) ed al centro della schiena ho lavorato una treccia semplice.
Ecco: lui è pronto per le temperature più fredde, ed io mi sono cimentata in un progetto che volevo realizzare da tempo!